IMPERIA CUCINA TIPICA
Cucina
Spaghetti (fidelén), prodotti artigianalmente in città fino dai secoli passati. La produzione è poi divenuta industriale dal 1824 con lo stabilimento della Pasta Agnesi (ora nel centro di Oneglia, quasi in riva al mare), che fu uno dei primi pastifici italiani.
Il "brandacujùn " è un piatto simbolo della gastronomia del ponente ligure. Un piatto che, con il suo nome curioso, ha ispirato storie e leggende popolari. Molti ne fanno derivare il nome dal termine provenzale "brandade", che vuol dire “mescolata” o se preferite “amalgamata”, e, per dovere di cronaca dobbiamo riferire anche che la Provenza ne rivendica la paternità fin dal 1300. Ma è stata sicuramente l’aggiunta del termine "cujun", una peculiarità della nostra zona, a dare il la ad una infinità di leggende popolari.
Pizza all'Andrea, tipica focaccia onegliese coperta di salsa di pomodoro, con olive ed acciughe sotto sale. L'antico nome di piscialandréa legato al principale ingrediente (il pesce, in questo caso l'acciuga) si è modificato nel più moderno, che richiama Andrea Doria, l'illustre personaggio storico nato ad Oneglia. È una fra le tante varianti della pizza alla genovese, ha sicuramente origini provenzali ed il suo condimento a base di pesce (detto anche machéttu) risale addirittura al garum romano. Da notare che a Porto Maurizio la stessa "pizza" è molto più alta ed è fatta con pomodoro a pezzi, a testimonianza delle diverse tradizioni dei due centri, pur con una distanza tanto ridotta. Altre varianti del ponente ligure sono la sardenàira di Sanremo e la pisciadèla di Ventimiglia, i cui nomi rivelano anch'essi come il condimento fondamentale fosse sempre il pesce.
Farinata (fařinà), bassa torta salata di farina di ceci ed olio d'oliva, particolarmente saporita perché condita con cipollotto, che nella cottura al forno risulta dorato e croccante (anche qui, ogni rione ha le sue particolarità). L'origine della farinata si fa risalire ai tempi delle repubbliche marinare, quando i genovesi per caso, affamati, decisero abbrustolire una pappa di farina di ceci su uno scudo, usato come teglia e darla ai pisani tenuti in prigionia sulle navi. Le grandi teglie basse e rotonde usate oggi (dette tèsti in dialetto) ne ricordano appunto la forma.
Panìssa, cubetti di pasta fatta con farina di ceci, da friggere in olio d'oliva. Di solito è venduta a forma di piatto, dato che l'impasto prende forma dal contenitore dove viene versato per solidificarsi, e poi è tagliata al momento della cottura finale.
Torta verde, torta salata ripiena di un misto di verdure (solitamente bietole, ma anche carciofi, piselli o borragine) e (a volte, la ricetta varia da famiglia a famiglia) riso o uova.
Condiglione (cundiùn), insalata estiva a base di pomodori freschi, olive, olio d'oliva e basilico fresco, molto simile alla salade niçoise di Nizza.
Bugie (büxìe), dolci fritti di carnevale, spesso ripieni di marmellata.
Fantén, un dolce di pasta dura spianata a forma di galletto, piantato su un bastoncino, che si regalava ai bambini in occasione di feste religiose.
Pesto (pìstu), come in tutto il resto della Liguria questo condimento per la pasta, a base di basilico, olio di oliva, parmigiano o pecorino (da notare che il formaggio non è sempre presente nella preparazione in queste zone tradizionalmente povere), aglio e pinoli.
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Informazioni article by:NETWORK PORTALI, Pisa